SENTIERO SPARTACO – VALLE DEGLI ASFODELI MONDRAGONE

Escursione sociale del 21 aprile 2024

 ITINERARIO

Escursione medio/facile sul Sentiero degli Dei casertano, un percorso spettacolare con vista su parte della piana campana, sul lungomare di Mondragone, sul golfo di Gaeta, le isole

 Pontine e poi con vista Vesuvio, altopiano del Matese, monti Aurunci e Mainarde. Il percorso ci porterà sul monte Crestagallo, facente parte della Catena del Massico, al vecchio 

monastero di sant’Anna a Monte.

Si raggiunge in pullman l’hotel Sinuessa sulla Domitiana tra Mondragone e Baia Domitia, si svolta all’incrocio semaforizzato nella strada fronte montagna e la si percorre fino alla

 Clinica Padre Pio. Da qui inizia il percorso a piedi, in via Maria SS. Belvedere proprio di fronte la croce rossa del pronto soccorso. Dopo circa 500m si raggiunge la chiesetta di S.Maria

 Incaldana. Sul piazzale, di fronte alla chiesa un cartello segnala l’inizio del percorso: Sentiero dell’Incaldana. In circa 20’ si raggiunge il Belvedere della Croce. 

Si prosegue sul Sentiero di Spartaco, in salita, e in circa 50’ si esce sulla strada asfaltata e in altri 10’ si raggiunge il Santuario di S. Anna e la Colombaia. 

Una sterrata in salita conduce in circa 30’ al Giardino segreto, un verde prato ombreggiato da Cipressi e a una valletta fiorita, in questo periodo, di asfodeli.Dislivello: m.400 ; Durata: h2 in salita, 90’ in discesa; Lunghezza complessiva: circa km10

SENTIERO DEGLI DEI

Escursione sociale del 18 febbraio 2024

M. LATTARI: NOTIZIE GEOMORFOLOGICHE

I Monti Lattari formano l’impalcatura della Penisola Sorrentina, che si allunga da NE a SW, tra la piana di Sarno a Nord e il golfo di Salerno a Sud.

La serie stratigrafica sedimentaria è costituita da calcari, calcari-dolomitici e dolomie, depositatisi in mare poco profondo nell’era Mesozoica, su cui poggiano sedimenti flyschoidi, calcareniti, arenarie e argille di formazione più recente. Invece, sono rocce di origine vulcanica, provenienti dal complesso del Somma Vesuvio, i tufi grigi e gialli delle zone più depresse e le piroclastiti sciolte (lapilli, pomici, pozzolane) che si rinvengono dovunque, con spessori variabili, in minor quantità sui pendii, in quantità considerevoli negli avvallamenti e nelle depressioni. Alla base dei rilievi calcarei si rinvengono brecce calcaree con cemento calcareo o tufaceo e materiale incoerente, ciottoli e massi formatisi per erosione delle acque dilavanti e dei corsi d’acqua. Sempre dovuti al trasporto dei corsi d’acqua e all’azione erosiva del mare sono i depositi di spiaggia delle zone costiere. Il territorio appare costituito da rilievi aspri e scoscesi, con pendii molto ripidi e poche zone pianeggianti; le coste, tranne che per pochi lembi di spiaggia, si presentano alte e inaccessibili, con falesie; i corsi d’acqua, in fase giovanile e con intensa capacità erosiva, hanno scavato forre e gole, spesso utilizzando linee di faglia.

Per la sua formazione geologica la Penisola è soggetta a movimenti franosi, sia sui versanti dove le rocce calcaree presentano giacitura a franapoggio, sia dove affiorano i sedimenti flyschoidi o dove la copertura di piroclastiti, per cause naturali come precipitazioni meteoriche o per cause antropiche tipo sbancamenti, inizia a muoversi.

ASPETTI VEGETAZIONALI

Le pendici dei M. Lattari sono caratterizzati da un susseguirsi di fasce vegetazionali che, per le caratteristiche orografiche, l’esposizione dei versanti e la tipologia dei terreni, si mescolano tra di loro o danno luogo a repentini cambiamenti. Forte è stato anche l’intervento dell’uomo che sui terrazzamenti ha coltivato viti e agrumi e, nelle zone più elevate, il castagno utilizzato per i frutti e per i pali di sostegno degli agrumeti e dei vigneti.

A partire dal livello del mare, man mano che si sale verso l’alto, si susseguono le seguenti fasce:

a) macchia mediterranea caratterizzata dall’olivastro e dal carrubo;

b) bosco mesofilo con una fascia bassa con il leccio, l’orniello, la roverella e con arbusti come l’erica e il corbezzolo, una fascia intermedia con l’ontano napoletano, il castagno e il carpino e più in alto il faggio;

c) gariga con arbusti alti non più di 50 cm., timo, santoreggia, cisto, rosmarino, mentuccia, utilizzata per il pascolo di pecore e capre (la gariga si può trovare anche a livello del mare sui

versanti più aridi).

PARCO REGIONALE DEI MONTI LATTARI

Il Parco Regionale dei Monti Lattari, istituito il 13 novembre del 2003, con Decreto del Presidente della Giunta Regionale della Campania, copre una superficie di circa 160 Kmq e abbraccia l’intera penisola sorrentino-amalfitana con le vette più alte di Sant’Angelo a Tre Pizzi e del Monte Faito. Il territorio, fisicamente delimitato dal Golfo di Salerno, dal piano Nocerino-Sarnese e dal Golfo di Napoli, è ricco di emergenze turistico-patrimoniali e disseminato di importantissimi centri storici, testimoni di una presenza fortemente radicata dell’uomo, ma anche di peculiarità ambientali, che si esplicitano in un’intima unione tra due elementi apparentemente in contraddizione: la montagna e il mare.

IL SENTIERO DEGLI DEI

Il sentiero degli Dei, uno dei percorsi di trekking più spettacolari della Costiera Amalfitana, deve il suo nome ai numerosi templi dedicati a Minerva, Mitra e Cerere che sorgevano, in epoca romana, lungo il suo percorso. Nei secoli passati era la strada che i viaggiatori percorrevano per raggiungere la costiera amalfitana, un’importante arteria locale adibita allo scambio di merci tra pescatori e abitanti dell’interno. Spesso si tende a chiamare Sentiero degli Dei tutto il percorso che va da Santa Maria del Castello a Bomerano (Agerola), dividendolo tra sentiero “alto” e sentiero “basso”; quest’ultimo è il tratto più celebre e famoso, da Bomerano a Nocelle, ed è quello che noi percorreremo.

Si parte da Bomerano (Agerola) dalla P.zza Paolo Capasso (636 m. slm). Una stradina in cemento porta a un bivio con cartelli che segnalano a sx il “Sentiero Pennino – Grotta di S. Barbara – Furore” e a dx il “Sentiero degli dei”; prendendo a destra si raggiunge l’inizio del Sentiero, un tratto di strada, da qualche anno purtroppo asfaltato nonostante le proteste delle Ass. Ambientaliste; si costeggia la grotta del Biscotto, ampia cavità carsica utilizzata, in passato, come ricovero di attrezzi ed animali dove, oltre alla particolare conformazione geologica della roccia, è possibile ammirare anche secolari case rupestri e si raggiunge il Passo di Colle Serra (578 m s.l.m.) con la biforcazione a sinistra per Praiano e a destra per Nocelle; da qui si apre l’incantevole scenario della Penisola Sorrentina, gli isolotti de “li Galli” (avvolti dal mistero del mito delle sirene), le case di Positano, gli scogli di Isca, Scruopolo e Vetara e ad ovest Capri. Dopo il Vallone Grarelle si raggiunge Nocelle, frazione di Positano, da cui si può scendere sulla Statale Amalfitana (oltre 1500 scalini) in località Arienzo o proseguire fino a Montepertuso percorrendo prima un sentiero cementato e poi la rotabile di recente costruzione. Noi, invece, ritorneremo a Bomerano. Il paesaggio è sempre d’indescrivibile bellezza; la vegetazione passa da specie erbacee e arbustive, pascolo per pecore e capre, ad una macchia alta di lecci, corbezzoli, erica e rosmarino.

Il percorso è contrassegnato da segnali in bianco e rosso con la scritta 02.

LA MINIERA DI ITTIOLO

 notizie storiche

L’ittiolo o ictammolo o ammonio solfoittiolato è un catrame minerale ottenuto per distillazione a secco di scisti bituminosi.  Il minerale è utilizzato, sotto forma di unguento, per combattere le alterazioni infiammatorie della cute e delle mucose, ascessi, foruncolosi.                                                                           Nel 1858  il naturalista Oronzo Gabriele Costa, mentre cercava il litantrace, un carbone fossile,  scoprì nelle rocce  del Monte Pettine e nella valle del Cerasuolo,  grandi quantità di fossili di Pesci e di Rettili, risalenti al Triassico. Ma la vera storia delle miniere comincia con gli studi, sulle rocce impregnate di ittiolo, fatti da Maria Bakunin, docente di Chimica presso l’Università di Napoli, che eseguì le prime estrazioni e la preparazione chimica di quella che definì la “pietra nera foriera di fuoco e di energia”.  Le miniere iniziarono la produzione nei primi anni del ‘900  e Giffoni Valle Piana divenne un sito di rilevanza nazionale. Per molti anni il lavoro coinvolse tutta la comunità, comprese donne e bambini che frantumavano gli scisti con pali di ferro e piccozze ; il  minerale  veniva poi trasportato  tramite una teleferica o addirittura a mano fino a valle, dove erano situati tutti gli impianti di distillazione, a tutt’oggi intatti. A ridosso della miniera fu eretto uno spaccio e una scuola elementare.                                                                           Per molti anni la produzione fu molto intensa, per poi arrestarsi completamente, con conseguente chiusura degli impianti, in seguito  all’immissione sul  mercato del  mercurocromo.

Parco Nazionale del Vesuvio

Museo

Sentiero n.11 (Pineta di Terzigno)

PARCO  NAZIONALE  DEL  VESUVIO

La battaglia per l’istituzione del Parco è stata lunga e sofferta. La prima proposta di tutela fu fatta agli inizi degli anni ’70 dai Senatori Papa e Fermariello e da allora fu un susseguirsi di convegni, mostre e manifestazioni culturali per attirare l’attenzione dei cittadini e delle autorità sull’abbandono e il degrado in cui versava l’unico vulcano continentale attivo d’Europa, il più famoso e visitato sin dalla seconda metà del ‘700, quando divenne meta del Grand Tour.

            Istituito finalmente nel giugno del ‘95, il Parco si estende su una superficie di 8.482 ettari e comprende il complesso vulcanico del M. Somma (1132 m) e del Vesuvio (1281 m). Interessa il territorio di 13 comuni e ospita al suo interno la Riserva Tirone – Alto Vesuvio, gestita dalla Forestale.

                                                           MUSEO

            Nel Museo è stato realizzato un percorso espositivo con pannelli informativi e installazioni multimediali, che illustra l’evoluzione geologica del complesso vulcanico Somma-Vesuvio, lo sviluppo della biodiversità attraverso le principali specie vegetali e animali e l’interazione dell’uomo con il vulcano.

SENTIERO n.11 (Pineta di Terzigno)

          Il sentiero n. 11 si trova nel comune di Terzigno, uno dei 13 comuni del Parco Nazionale, luogo legato alla storia al Vesuvio, che deve il nome alla terza colata di lava o “terzo fuoco” che nel 1631 devastò le falde del vulcano.

            Il percorso è stato realizzatoanche per le persone con difficoltà motorie e visive, seguendo moderne tecniche di ingegneria naturalistica con impiego esclusivo di materiali naturali. Un camminamento su una larga pedana in legno che non presenta dislivelli significativi, arriva ad una quota massima di 211 m s.l.m. e si percorre in 30 minuti per tutta la sua lunghezza di 1500 mt.

                                                           ITINERARIO

            Si supera la sbarra che blocca l’accesso alle auto e si raggiunge una spianata dove si rinviene lo stadio comunale di Terzigno, abbandonato da diversi anni. Da qui inizia un sentiero nella pineta un percorso ad anello,  inizialmente in leggera salita , poi in discesa,  che si completa in circa 90′.

CALENDARIO 2023

                  

                                   PROGRAMMA DI ESCURSIONI 2023

29  gennaio    Parco Nazionale del Somma-Vesuvio. Sentiero n.11 da Terzigno

                       Visita al Museo del Parco Nazionale.

11 febbraio    I sabati di Asfodelo Borgo delle 2 Porte all’Arenella. Visita al Museo                  

 Bonelli, la più grande collezione su Napoli.

19 febbraio    Carnevale a Scampia con il GRIDAS.

26 febbraio     Parco Regionale dei Campi Flegrei. Periplo del Lago Maremorto.

                        Museo Archeologico nel Castello di Baia. Tomba di Agrippina.

18 marzo        I sabati di Asfodelo Museo dei Vigili del Fuoco.

2 aprile          Parco Regionale dei M. Lattari: Il Vallone di Tramonti

                      Pranzo e auguri di Pasqua al Ristorante “Il Castagneto”.

22 aprile        I sabati di Asfodelo Oasi Le soglitelle e  Oasi di Variconi.

21 maggio      Sentiero degli Dei casertano: Rocca Montis Dragonis.

28 maggio …. 1 giugno  Kalabria Coast to Coast Il cammino dallo Ionio al Tirreno

tra spiagge, ulivi e antichi borghi.

24 settembre  Miniere di Ittiolo di Giffoni Vallepiana (SA).

29 ottobre      Parco Regionale del Matese. Faggeta di Parco d’Amore.

un trekking di più giorni sarà inserito in programma appena possibile

18 novembre    I sabati di Asfodelo Tra scale e vicarielli: la Napoli degli orti.

26 novembre    Parco Regionale dei M. Ausoni: Campo Soriano. Anello di M.         

                         Cavallo Bianco.

I SABATO DI ASFODELO 2023

8 GENNAIO – TREKKING URBANO DALLA SANITA’ AI COLLI AMINEI ATTRAVERSO VIA DEL SERBATOIO SCENDENDO DALLO SCUDILLO

11 FEBBRAIO – TREKKING URBANO BORGO DUE PORTE ALL’ARENELLA E FONDAZIONE BONELLI

MATERDEI

18 MARZO – VISITA GUIDATA GALLERIA STORICA DEI VIGILI URBANI E VISITA GUIDATA ALLA CHIESA DI SANT’ANIELLO A CAPONAPOLI

22 APRILE – OASI NATURALISTICA DEI VARICONI

23 SETTEMBRE – RIONE SANITA’ CHIESA DEI CRISTALLINI

18 NOVEMBRE – DAL PARCO URBANO DELL’EX GASOMETRO SCENDENDO PER LE SCALE CACCIOTTOLI FINO AL PARCO URBANO R. VIVIANI