SENTIERO DEGLI DEI

Escursione sociale del 18 febbraio 2024

M. LATTARI: NOTIZIE GEOMORFOLOGICHE

I Monti Lattari formano l’impalcatura della Penisola Sorrentina, che si allunga da NE a SW, tra la piana di Sarno a Nord e il golfo di Salerno a Sud.

La serie stratigrafica sedimentaria è costituita da calcari, calcari-dolomitici e dolomie, depositatisi in mare poco profondo nell’era Mesozoica, su cui poggiano sedimenti flyschoidi, calcareniti, arenarie e argille di formazione più recente. Invece, sono rocce di origine vulcanica, provenienti dal complesso del Somma Vesuvio, i tufi grigi e gialli delle zone più depresse e le piroclastiti sciolte (lapilli, pomici, pozzolane) che si rinvengono dovunque, con spessori variabili, in minor quantità sui pendii, in quantità considerevoli negli avvallamenti e nelle depressioni. Alla base dei rilievi calcarei si rinvengono brecce calcaree con cemento calcareo o tufaceo e materiale incoerente, ciottoli e massi formatisi per erosione delle acque dilavanti e dei corsi d’acqua. Sempre dovuti al trasporto dei corsi d’acqua e all’azione erosiva del mare sono i depositi di spiaggia delle zone costiere. Il territorio appare costituito da rilievi aspri e scoscesi, con pendii molto ripidi e poche zone pianeggianti; le coste, tranne che per pochi lembi di spiaggia, si presentano alte e inaccessibili, con falesie; i corsi d’acqua, in fase giovanile e con intensa capacità erosiva, hanno scavato forre e gole, spesso utilizzando linee di faglia.

Per la sua formazione geologica la Penisola è soggetta a movimenti franosi, sia sui versanti dove le rocce calcaree presentano giacitura a franapoggio, sia dove affiorano i sedimenti flyschoidi o dove la copertura di piroclastiti, per cause naturali come precipitazioni meteoriche o per cause antropiche tipo sbancamenti, inizia a muoversi.

ASPETTI VEGETAZIONALI

Le pendici dei M. Lattari sono caratterizzati da un susseguirsi di fasce vegetazionali che, per le caratteristiche orografiche, l’esposizione dei versanti e la tipologia dei terreni, si mescolano tra di loro o danno luogo a repentini cambiamenti. Forte è stato anche l’intervento dell’uomo che sui terrazzamenti ha coltivato viti e agrumi e, nelle zone più elevate, il castagno utilizzato per i frutti e per i pali di sostegno degli agrumeti e dei vigneti.

A partire dal livello del mare, man mano che si sale verso l’alto, si susseguono le seguenti fasce:

a) macchia mediterranea caratterizzata dall’olivastro e dal carrubo;

b) bosco mesofilo con una fascia bassa con il leccio, l’orniello, la roverella e con arbusti come l’erica e il corbezzolo, una fascia intermedia con l’ontano napoletano, il castagno e il carpino e più in alto il faggio;

c) gariga con arbusti alti non più di 50 cm., timo, santoreggia, cisto, rosmarino, mentuccia, utilizzata per il pascolo di pecore e capre (la gariga si può trovare anche a livello del mare sui

versanti più aridi).

PARCO REGIONALE DEI MONTI LATTARI

Il Parco Regionale dei Monti Lattari, istituito il 13 novembre del 2003, con Decreto del Presidente della Giunta Regionale della Campania, copre una superficie di circa 160 Kmq e abbraccia l’intera penisola sorrentino-amalfitana con le vette più alte di Sant’Angelo a Tre Pizzi e del Monte Faito. Il territorio, fisicamente delimitato dal Golfo di Salerno, dal piano Nocerino-Sarnese e dal Golfo di Napoli, è ricco di emergenze turistico-patrimoniali e disseminato di importantissimi centri storici, testimoni di una presenza fortemente radicata dell’uomo, ma anche di peculiarità ambientali, che si esplicitano in un’intima unione tra due elementi apparentemente in contraddizione: la montagna e il mare.

IL SENTIERO DEGLI DEI

Il sentiero degli Dei, uno dei percorsi di trekking più spettacolari della Costiera Amalfitana, deve il suo nome ai numerosi templi dedicati a Minerva, Mitra e Cerere che sorgevano, in epoca romana, lungo il suo percorso. Nei secoli passati era la strada che i viaggiatori percorrevano per raggiungere la costiera amalfitana, un’importante arteria locale adibita allo scambio di merci tra pescatori e abitanti dell’interno. Spesso si tende a chiamare Sentiero degli Dei tutto il percorso che va da Santa Maria del Castello a Bomerano (Agerola), dividendolo tra sentiero “alto” e sentiero “basso”; quest’ultimo è il tratto più celebre e famoso, da Bomerano a Nocelle, ed è quello che noi percorreremo.

Si parte da Bomerano (Agerola) dalla P.zza Paolo Capasso (636 m. slm). Una stradina in cemento porta a un bivio con cartelli che segnalano a sx il “Sentiero Pennino – Grotta di S. Barbara – Furore” e a dx il “Sentiero degli dei”; prendendo a destra si raggiunge l’inizio del Sentiero, un tratto di strada, da qualche anno purtroppo asfaltato nonostante le proteste delle Ass. Ambientaliste; si costeggia la grotta del Biscotto, ampia cavità carsica utilizzata, in passato, come ricovero di attrezzi ed animali dove, oltre alla particolare conformazione geologica della roccia, è possibile ammirare anche secolari case rupestri e si raggiunge il Passo di Colle Serra (578 m s.l.m.) con la biforcazione a sinistra per Praiano e a destra per Nocelle; da qui si apre l’incantevole scenario della Penisola Sorrentina, gli isolotti de “li Galli” (avvolti dal mistero del mito delle sirene), le case di Positano, gli scogli di Isca, Scruopolo e Vetara e ad ovest Capri. Dopo il Vallone Grarelle si raggiunge Nocelle, frazione di Positano, da cui si può scendere sulla Statale Amalfitana (oltre 1500 scalini) in località Arienzo o proseguire fino a Montepertuso percorrendo prima un sentiero cementato e poi la rotabile di recente costruzione. Noi, invece, ritorneremo a Bomerano. Il paesaggio è sempre d’indescrivibile bellezza; la vegetazione passa da specie erbacee e arbustive, pascolo per pecore e capre, ad una macchia alta di lecci, corbezzoli, erica e rosmarino.

Il percorso è contrassegnato da segnali in bianco e rosso con la scritta 02.