SENTIERO SPARTACO – VALLE DEGLI ASFODELI MONDRAGONE

Escursione sociale del 21 aprile 2024

 ITINERARIO

Escursione medio/facile sul Sentiero degli Dei casertano, un percorso spettacolare con vista su parte della piana campana, sul lungomare di Mondragone, sul golfo di Gaeta, le isole

 Pontine e poi con vista Vesuvio, altopiano del Matese, monti Aurunci e Mainarde. Il percorso ci porterà sul monte Crestagallo, facente parte della Catena del Massico, al vecchio 

monastero di sant’Anna a Monte.

Si raggiunge in pullman l’hotel Sinuessa sulla Domitiana tra Mondragone e Baia Domitia, si svolta all’incrocio semaforizzato nella strada fronte montagna e la si percorre fino alla

 Clinica Padre Pio. Da qui inizia il percorso a piedi, in via Maria SS. Belvedere proprio di fronte la croce rossa del pronto soccorso. Dopo circa 500m si raggiunge la chiesetta di S.Maria

 Incaldana. Sul piazzale, di fronte alla chiesa un cartello segnala l’inizio del percorso: Sentiero dell’Incaldana. In circa 20’ si raggiunge il Belvedere della Croce. 

Si prosegue sul Sentiero di Spartaco, in salita, e in circa 50’ si esce sulla strada asfaltata e in altri 10’ si raggiunge il Santuario di S. Anna e la Colombaia. 

Una sterrata in salita conduce in circa 30’ al Giardino segreto, un verde prato ombreggiato da Cipressi e a una valletta fiorita, in questo periodo, di asfodeli.Dislivello: m.400 ; Durata: h2 in salita, 90’ in discesa; Lunghezza complessiva: circa km10

CENTOPERTOSE (CE) 30/05/2021

 M. TIFATA : ecomuseo di Centopertose

NOTIZIE STORICHE

Il monte Tifata, prende il nome dalla parola osca tifata che significa leccio, perché i suoi pendii, nell’antichità, erano  ricoperti da boschi di lecci secolari e popolati da una ricca fauna di mammiferi di piccola, media e grossa taglia.

In epoca romana fu sede di templi e santuari dedicati sia a divinità pagane che a santi cristiani. Il tempio più antico fu dedicato a Diana Tifatina e quello edificato in tarda età repubblicana fu dedicato a Giove Tifatino; tra la fine del VI e l’inizio del VII secolo d.C. i Longobardi edificarono, sulle rovine del tempio di Diana, una chiesa dedicata all’Arcangelo San Michele, al quale erano molto devoti; sulla sommità del monte, non si sa in quale epoca, fu costruito un santuario dedicato a Sant’Agata, patrona di Capua e, su una cima più bassa, fu costruita la chiesetta di S. Nicola. Inoltre, sulla cresta occidentale del monte, sono ancora ben visibili i resti di un eremo abitato nel medioevo da un eremita, poi proclamato santo.

La posizione dominante su tutto il territorio circostante permette di comprendere facilmente perché Annibale, nel 215 a.C., installò sul M. Tifata un accampamento permanente per il controllo a vista di tutto l’Ager Campanus e, da qui, decise di far costruire l’omonimo ponte sul fiume Volturno. Anche i Sanniti, durante la II guerra sannitica avevano qui sistemato una linea di difesa che, però, non resistette agli attacchi dei Romani. Ma le vicissitudini storiche del Tifata continuano: vi s’insediarono prima i Normanni, poi i monaci benedettini, poi i Borbone, poi Garibaldi; inoltre, durante la Seconda Guerra Mondiale ci fu una cruenta battaglia tra i tedeschi e le truppe alleate.

         NOTIZIE GEOMORFOLOGICHE: LE CAVE

Appartenente alla catena dell’Antiappennino Campano, il massiccio carbonatico dei monti Tifatini, delimitato a nord dal fiume Volturno, va dalla collina di Sant’Jorio fino a Cancello Scalo. Numerosi i siti estrattivi: una cava ogni 5,8 Km2. Secondo il rapporto cave 2017 di Legambiente nella provincia di Caserta sono presenti 317 cave abbandonate, 59 chiuse, 26 abusive e 46 autorizzate.           Degrado paesaggistico, scempio ambientale, distruzione fisica del territorio sono le profonde ferite lasciate dalle attività estrattive, ancora in atto in piccola parte, nonostante le battaglie delle Associazioni ambientaliste e dei Comitati civici; esistono dissesti superficiali e profondi nelle aree di cava ed esterni ad esse e una situazione idrogeologica tutta da verificare, mentre si è sempre in attesa dell’istituzione del  Parco urbano dei Colli Tifatini.

                            Aspetti vegetazionali                                                Lungo il percorso si rinvengono prevalentemente piante arbustive tipiche della Macchia mediterranea: cisti, ginestre, euforbie, corbezzoli e soprattutto splendidi cespugli di mirto.   Il MIRTO o MORTELLA (Myrtus communis, fam. Mirtacee) è un arbusto sempreverde con corteccia rosea e foglie opposte, coriacee, sessili e con lamina lanceolata o ellittica.  Cresce soprattutto lungo le coste, in ambienti caldi e aridi. Il suo areale comprende quasi tutte le coste mediterranee, sia quelle europee che quelle dell’Africa settentrionale, mentre a oriente si estende dall’Asia minore fino alla Mesopotamia. Fiorisce da luglio ad agosto con fiori solitari dai cinque petali bianco-latte. I frutti sono bacche subsferiche nere sormontate dal calice persistente. Il mirto è un arbusto molto aromatico per l’elevato contenuto in terpeni delle sue foglie; anche i fiori sono molto odorosi. Le bacche hanno un sapore resinoso e  vengono utilizzate per aromatizzare l’acquavite. Tutte le parti della pianta possono essere utilizzate per ricavarne l’olio essenziale (acqua di mirto) adoperato in profumeria.

         Il mirto era una pianta sacra presso i Persiani, che alimentavano i fuochi sacrificali con il suo legno; gli ebrei la utilizzavano invece per la confezione di corone funerarie. Nella mitologia pagana era anche simbolo di amore e di felicità; era consacrata a Venere; il suo nome, infatti, era il nome di una fanciulla che voleva gareggiare con Venere in bellezza e che la dea, offesa, trasformò in arbusto. La pianta era impiegata per adornare are e rustici archi trionfali; con i suoi fiori virginali si intessevano le corone per la fronte delle novelle spose; nel Senato romano per chiedere la parola si alzava un ramo di mirto.    

                   ITINERARIO

Si parte dai cancelli di Via Vicinale San Giovanni, località Centopertose (100m s.l.m.). La proloco Casapulla ha realizzato un itinerario Ecomuseale che, iniziando da un antico percorso scavato nel tufo, raggiunge una serie di grotte carsiche e una enorme cava dismessa e abbandonata. Di fronte sono visibili  i ruderi dell’antico convento di San Giovanni a Gaiano risalente al XIII secolo; nel 1837 il convento fu usato come luogo di sepoltura per i casapullesi morti a causa di un’epidemia di colera.        Si procede verso  il Montanino, dove un tempo si trovava la grande statua della Madonna, trasportata nel dicembre del 1954 da un carro di buoi; dalla collina Croce Santa (291m s.l.m.) si gode una superba veduta sulla pianura campana, dominata all’orizzonte dal Vesuvio.

Sono luoghi, questi, in cui secondo la tradizione si fermò Annibale: “… In questo stesso Monte, la dove la pianura si estende, che dicesi di Montanino, fu lungamente accampato Annibale col suo poderosissimo esercito…” (Storia civile della fedelissima città di Capua, Francesco Granata, 1752).     

         Si prosegue sul pianoro della Montanina fino a un ex capanno di caccia,

ora rifugio curato dai giovani dell’Associazione Casapulla,  posizionato  al valico tra M. Sommacco e  M. Tifata.

Dislivello 200m in salita e in discesa

PROGETTO MATTI PER LA NATURA

progettato da ASFODELO ODV, NAKOTE Ass. di Promozione sociale, ALTROSGUARDO Ass. culturale, si rivolge a soggetti fragili con proposte di attività come passeggiate e soggiorni in ambienti naturali, seminari e laboratori artistici che danno opportunità di partecipazione ed integrazione.Il progetto è stato valutato positivamente dal CSV Napoli, che ne sostiene gli oneri economici.

I SABATO DI ASFODELO 2021

SABATO 6 NOVEMBRE

1) Visita guidata della Stazione.

2) Inaugurazione della mostra Identità Transitorie

3) Coktail di benvenuto

SABATO 16 OTTOBRE

CENTRO RICERCHE TARTARUGHE MARINE

REGGIA, NUSEO ERCOLANENSE, ORTO BOTANICO

SABATO 18 SETTEMBRE

BOSCO DI CAPODIMONTE CON VISITA AI GIARDINI PAESAGGISTICI DELLA REGGIA, MOSTRA DI CALATRAVA NELLA CHIESA DI S. GENNARO E CELLAIO, CISTERNONE.

SABATO 22 MAGGIO

VALLONE SI S. ROCCO

SABATO 20 FEBBRAIO

IL CASALE DI POSILLIPO, IL PORTICCIOLO DI RIVAFIORITA,

DAL MARE ALLA COLLINA E VICEVERSA: PANORAMI, VILLE E PALAZZI STORICI.

I BAMBINI DI MANINA DEL MADAGASCAR

                   “I Bambini di Manina del Madagascar”

L’Associazione è stata fondata da Manina Consiglio, napoletana, insegnante di filosofia in pensione che, arrivata nel 1997 a Nosy Be per trascorrervi una vacanza, affascinata dal posto, decise poi di trasferirvisi stabilmente.

“Vivendo l’isola venni a contatto con le problematiche locali e con la condizione in cui gravavano molti bambini, sia dal punto di vista fisico che da quello dell’istruzione. Iniziai così a pagare la retta scolastica per alcuni bambini ma, visto che le richieste si moltiplicavano, cominciai a costruire alcune scuole e a stipendiare i maestri”.

La prima scuola materna gratuita “Tsaiky Tsara” (Bambini Buoni) fu creata nel 2001; oggi le scuole gratuite, le uniche gratuite dell’isola tra materne, primarie e secondarie  sono 252 di cui 152 a Nosy Be e 100 sulla Grande Terre. Sono scuole Materne, Primarie e Secondarie, Liceo Classico e Scientifico, Liceo Tecnico Professionale per elettricisti, meccanici, elettrotecnici, per operatori turistici, scuola di Agraria. I bambini scolarizzati sono 13.000; le  persone impiegate, esclusivamente Malgasci, sono 280. Le scuole sono fornite di mense scolastiche, alcune anche di alloggi per gli allievi. E inoltre sono stati creati corsi di alfabetizzazione per adulti nei villaggi, in città, nel carcere.

Ma le iniziative di Manina non si sono limitate all’Istruzione. Nel campo dell’Assistenza sanitaria sono stati creati 3 ambulatori medici a Nosy Be e 3 in Madagascar, con medici e infermieri, tutti Malgasci; i medicinali sono gratuiti per tutti e periodicamente si effettuano visite oculistiche e odontoiatriche. L’Associazione è riuscita ad ottenere un’Ambulanza e a dotare l’Ospedale pubblico di Hell Ville  di  una casa per il chirurgo, di stanze degenza a pagamento con toilette interna, sala maternità, studio dentistico, 2 stanze per quarantena. La popolazione riceve gratuitamente latte in  polvere e concentrato per neonati, nonché occhiali per presbiti.

Nel Campo dell’Assistenza Sociale è stata creata una casa per Anziani e Paraplegici con personale dedicato, vitto, alloggio e assistenza sanitaria.

Esiste un programma di Assistenza agli Indigenti: 10 kg di riso ogni mese per persona (300 persone) e di Assistenza ai carcerati.  Il carcere di Hell Ville è stato dotato di  allacciamento alla fornitura di acqua (ne era privo !!!) ed è stata costruita una nuova ala. I carcerati ricevono settimanalmente riso, carne, pesce, fagioli.

E’ stato costruito un Centro di Rieducazione per Minori e Reinserimento sociale.

 Realizzato così il Diritto all’Istruzione, alla Sanità, all’Assistenza sociale gratuita, nel 2011 è nata un’iniziativa di TURISMO SOLIDALE, gestito dall’AFOTSAMA, Associazione Malgascia formata da Malgasci  che negli anni hanno collaborato con Manina. La struttura ricettiva comprende 5 bungalow con 10 camere matrimoniali con toilette interna, 2 case sugli alberi, 1 pensione con 4 camere matrimoniali e toilette interna, e 1 camera familiare (4 persone).

 L’Associazione Asfodelo ha organizzato  2 viaggi a Nosy Be e alcuni soci vi sono poi ritornati singolarmente. I soggiorni a Nosy Be sono caratterizzati da contatti  continui con la realtà locale. Non si tratta di semplici vacanze al mare, snorkeling sulla barriera corallina e escursioni alle isole; alle ore di puro relax si possono affiancare visite alle scuole e ai dispensari, si può partecipare alla distribuzione di riso agli indigenti, privilegiando l’incontro tra culture diverse.

Manina ogni anno torna a Napoli. In quelle occasioni l’Associazione Asfodelo organizza incontri, spettacoli, concerti, escursioni finalizzate alla raccolta di fondi neccessari per le sue molteplici attività.

SENTIERO DEGLI DEI

Escursione sociale del 18 febbraio 2024

M. LATTARI: NOTIZIE GEOMORFOLOGICHE

I Monti Lattari formano l’impalcatura della Penisola Sorrentina, che si allunga da NE a SW, tra la piana di Sarno a Nord e il golfo di Salerno a Sud.

La serie stratigrafica sedimentaria è costituita da calcari, calcari-dolomitici e dolomie, depositatisi in mare poco profondo nell’era Mesozoica, su cui poggiano sedimenti flyschoidi, calcareniti, arenarie e argille di formazione più recente. Invece, sono rocce di origine vulcanica, provenienti dal complesso del Somma Vesuvio, i tufi grigi e gialli delle zone più depresse e le piroclastiti sciolte (lapilli, pomici, pozzolane) che si rinvengono dovunque, con spessori variabili, in minor quantità sui pendii, in quantità considerevoli negli avvallamenti e nelle depressioni. Alla base dei rilievi calcarei si rinvengono brecce calcaree con cemento calcareo o tufaceo e materiale incoerente, ciottoli e massi formatisi per erosione delle acque dilavanti e dei corsi d’acqua. Sempre dovuti al trasporto dei corsi d’acqua e all’azione erosiva del mare sono i depositi di spiaggia delle zone costiere. Il territorio appare costituito da rilievi aspri e scoscesi, con pendii molto ripidi e poche zone pianeggianti; le coste, tranne che per pochi lembi di spiaggia, si presentano alte e inaccessibili, con falesie; i corsi d’acqua, in fase giovanile e con intensa capacità erosiva, hanno scavato forre e gole, spesso utilizzando linee di faglia.

Per la sua formazione geologica la Penisola è soggetta a movimenti franosi, sia sui versanti dove le rocce calcaree presentano giacitura a franapoggio, sia dove affiorano i sedimenti flyschoidi o dove la copertura di piroclastiti, per cause naturali come precipitazioni meteoriche o per cause antropiche tipo sbancamenti, inizia a muoversi.

ASPETTI VEGETAZIONALI

Le pendici dei M. Lattari sono caratterizzati da un susseguirsi di fasce vegetazionali che, per le caratteristiche orografiche, l’esposizione dei versanti e la tipologia dei terreni, si mescolano tra di loro o danno luogo a repentini cambiamenti. Forte è stato anche l’intervento dell’uomo che sui terrazzamenti ha coltivato viti e agrumi e, nelle zone più elevate, il castagno utilizzato per i frutti e per i pali di sostegno degli agrumeti e dei vigneti.

A partire dal livello del mare, man mano che si sale verso l’alto, si susseguono le seguenti fasce:

a) macchia mediterranea caratterizzata dall’olivastro e dal carrubo;

b) bosco mesofilo con una fascia bassa con il leccio, l’orniello, la roverella e con arbusti come l’erica e il corbezzolo, una fascia intermedia con l’ontano napoletano, il castagno e il carpino e più in alto il faggio;

c) gariga con arbusti alti non più di 50 cm., timo, santoreggia, cisto, rosmarino, mentuccia, utilizzata per il pascolo di pecore e capre (la gariga si può trovare anche a livello del mare sui

versanti più aridi).

PARCO REGIONALE DEI MONTI LATTARI

Il Parco Regionale dei Monti Lattari, istituito il 13 novembre del 2003, con Decreto del Presidente della Giunta Regionale della Campania, copre una superficie di circa 160 Kmq e abbraccia l’intera penisola sorrentino-amalfitana con le vette più alte di Sant’Angelo a Tre Pizzi e del Monte Faito. Il territorio, fisicamente delimitato dal Golfo di Salerno, dal piano Nocerino-Sarnese e dal Golfo di Napoli, è ricco di emergenze turistico-patrimoniali e disseminato di importantissimi centri storici, testimoni di una presenza fortemente radicata dell’uomo, ma anche di peculiarità ambientali, che si esplicitano in un’intima unione tra due elementi apparentemente in contraddizione: la montagna e il mare.

IL SENTIERO DEGLI DEI

Il sentiero degli Dei, uno dei percorsi di trekking più spettacolari della Costiera Amalfitana, deve il suo nome ai numerosi templi dedicati a Minerva, Mitra e Cerere che sorgevano, in epoca romana, lungo il suo percorso. Nei secoli passati era la strada che i viaggiatori percorrevano per raggiungere la costiera amalfitana, un’importante arteria locale adibita allo scambio di merci tra pescatori e abitanti dell’interno. Spesso si tende a chiamare Sentiero degli Dei tutto il percorso che va da Santa Maria del Castello a Bomerano (Agerola), dividendolo tra sentiero “alto” e sentiero “basso”; quest’ultimo è il tratto più celebre e famoso, da Bomerano a Nocelle, ed è quello che noi percorreremo.

Si parte da Bomerano (Agerola) dalla P.zza Paolo Capasso (636 m. slm). Una stradina in cemento porta a un bivio con cartelli che segnalano a sx il “Sentiero Pennino – Grotta di S. Barbara – Furore” e a dx il “Sentiero degli dei”; prendendo a destra si raggiunge l’inizio del Sentiero, un tratto di strada, da qualche anno purtroppo asfaltato nonostante le proteste delle Ass. Ambientaliste; si costeggia la grotta del Biscotto, ampia cavità carsica utilizzata, in passato, come ricovero di attrezzi ed animali dove, oltre alla particolare conformazione geologica della roccia, è possibile ammirare anche secolari case rupestri e si raggiunge il Passo di Colle Serra (578 m s.l.m.) con la biforcazione a sinistra per Praiano e a destra per Nocelle; da qui si apre l’incantevole scenario della Penisola Sorrentina, gli isolotti de “li Galli” (avvolti dal mistero del mito delle sirene), le case di Positano, gli scogli di Isca, Scruopolo e Vetara e ad ovest Capri. Dopo il Vallone Grarelle si raggiunge Nocelle, frazione di Positano, da cui si può scendere sulla Statale Amalfitana (oltre 1500 scalini) in località Arienzo o proseguire fino a Montepertuso percorrendo prima un sentiero cementato e poi la rotabile di recente costruzione. Noi, invece, ritorneremo a Bomerano. Il paesaggio è sempre d’indescrivibile bellezza; la vegetazione passa da specie erbacee e arbustive, pascolo per pecore e capre, ad una macchia alta di lecci, corbezzoli, erica e rosmarino.

Il percorso è contrassegnato da segnali in bianco e rosso con la scritta 02.

LA MINIERA DI ITTIOLO

 notizie storiche

L’ittiolo o ictammolo o ammonio solfoittiolato è un catrame minerale ottenuto per distillazione a secco di scisti bituminosi.  Il minerale è utilizzato, sotto forma di unguento, per combattere le alterazioni infiammatorie della cute e delle mucose, ascessi, foruncolosi.                                                                           Nel 1858  il naturalista Oronzo Gabriele Costa, mentre cercava il litantrace, un carbone fossile,  scoprì nelle rocce  del Monte Pettine e nella valle del Cerasuolo,  grandi quantità di fossili di Pesci e di Rettili, risalenti al Triassico. Ma la vera storia delle miniere comincia con gli studi, sulle rocce impregnate di ittiolo, fatti da Maria Bakunin, docente di Chimica presso l’Università di Napoli, che eseguì le prime estrazioni e la preparazione chimica di quella che definì la “pietra nera foriera di fuoco e di energia”.  Le miniere iniziarono la produzione nei primi anni del ‘900  e Giffoni Valle Piana divenne un sito di rilevanza nazionale. Per molti anni il lavoro coinvolse tutta la comunità, comprese donne e bambini che frantumavano gli scisti con pali di ferro e piccozze ; il  minerale  veniva poi trasportato  tramite una teleferica o addirittura a mano fino a valle, dove erano situati tutti gli impianti di distillazione, a tutt’oggi intatti. A ridosso della miniera fu eretto uno spaccio e una scuola elementare.                                                                           Per molti anni la produzione fu molto intensa, per poi arrestarsi completamente, con conseguente chiusura degli impianti, in seguito  all’immissione sul  mercato del  mercurocromo.

Parco Nazionale del Vesuvio

Museo

Sentiero n.11 (Pineta di Terzigno)

PARCO  NAZIONALE  DEL  VESUVIO

La battaglia per l’istituzione del Parco è stata lunga e sofferta. La prima proposta di tutela fu fatta agli inizi degli anni ’70 dai Senatori Papa e Fermariello e da allora fu un susseguirsi di convegni, mostre e manifestazioni culturali per attirare l’attenzione dei cittadini e delle autorità sull’abbandono e il degrado in cui versava l’unico vulcano continentale attivo d’Europa, il più famoso e visitato sin dalla seconda metà del ‘700, quando divenne meta del Grand Tour.

            Istituito finalmente nel giugno del ‘95, il Parco si estende su una superficie di 8.482 ettari e comprende il complesso vulcanico del M. Somma (1132 m) e del Vesuvio (1281 m). Interessa il territorio di 13 comuni e ospita al suo interno la Riserva Tirone – Alto Vesuvio, gestita dalla Forestale.

                                                           MUSEO

            Nel Museo è stato realizzato un percorso espositivo con pannelli informativi e installazioni multimediali, che illustra l’evoluzione geologica del complesso vulcanico Somma-Vesuvio, lo sviluppo della biodiversità attraverso le principali specie vegetali e animali e l’interazione dell’uomo con il vulcano.

SENTIERO n.11 (Pineta di Terzigno)

          Il sentiero n. 11 si trova nel comune di Terzigno, uno dei 13 comuni del Parco Nazionale, luogo legato alla storia al Vesuvio, che deve il nome alla terza colata di lava o “terzo fuoco” che nel 1631 devastò le falde del vulcano.

            Il percorso è stato realizzatoanche per le persone con difficoltà motorie e visive, seguendo moderne tecniche di ingegneria naturalistica con impiego esclusivo di materiali naturali. Un camminamento su una larga pedana in legno che non presenta dislivelli significativi, arriva ad una quota massima di 211 m s.l.m. e si percorre in 30 minuti per tutta la sua lunghezza di 1500 mt.

                                                           ITINERARIO

            Si supera la sbarra che blocca l’accesso alle auto e si raggiunge una spianata dove si rinviene lo stadio comunale di Terzigno, abbandonato da diversi anni. Da qui inizia un sentiero nella pineta un percorso ad anello,  inizialmente in leggera salita , poi in discesa,  che si completa in circa 90′.

CALENDARIO 2023

                  

                                   PROGRAMMA DI ESCURSIONI 2023

29  gennaio    Parco Nazionale del Somma-Vesuvio. Sentiero n.11 da Terzigno

                       Visita al Museo del Parco Nazionale.

11 febbraio    I sabati di Asfodelo Borgo delle 2 Porte all’Arenella. Visita al Museo                  

 Bonelli, la più grande collezione su Napoli.

19 febbraio    Carnevale a Scampia con il GRIDAS.

26 febbraio     Parco Regionale dei Campi Flegrei. Periplo del Lago Maremorto.

                        Museo Archeologico nel Castello di Baia. Tomba di Agrippina.

18 marzo        I sabati di Asfodelo Museo dei Vigili del Fuoco.

2 aprile          Parco Regionale dei M. Lattari: Il Vallone di Tramonti

                      Pranzo e auguri di Pasqua al Ristorante “Il Castagneto”.

22 aprile        I sabati di Asfodelo Oasi Le soglitelle e  Oasi di Variconi.

21 maggio      Sentiero degli Dei casertano: Rocca Montis Dragonis.

28 maggio …. 1 giugno  Kalabria Coast to Coast Il cammino dallo Ionio al Tirreno

tra spiagge, ulivi e antichi borghi.

24 settembre  Miniere di Ittiolo di Giffoni Vallepiana (SA).

29 ottobre      Parco Regionale del Matese. Faggeta di Parco d’Amore.

un trekking di più giorni sarà inserito in programma appena possibile

18 novembre    I sabati di Asfodelo Tra scale e vicarielli: la Napoli degli orti.

26 novembre    Parco Regionale dei M. Ausoni: Campo Soriano. Anello di M.         

                         Cavallo Bianco.

I SABATO DI ASFODELO 2023

8 GENNAIO – TREKKING URBANO DALLA SANITA’ AI COLLI AMINEI ATTRAVERSO VIA DEL SERBATOIO SCENDENDO DALLO SCUDILLO

11 FEBBRAIO – TREKKING URBANO BORGO DUE PORTE ALL’ARENELLA E FONDAZIONE BONELLI

MATERDEI

18 MARZO – VISITA GUIDATA GALLERIA STORICA DEI VIGILI URBANI E VISITA GUIDATA ALLA CHIESA DI SANT’ANIELLO A CAPONAPOLI

22 APRILE – OASI NATURALISTICA DEI VARICONI

23 SETTEMBRE – RIONE SANITA’ CHIESA DEI CRISTALLINI

18 NOVEMBRE – DAL PARCO URBANO DELL’EX GASOMETRO SCENDENDO PER LE SCALE CACCIOTTOLI FINO AL PARCO URBANO R. VIVIANI