IL SENTIERO DELL’ AMORE (Castelmorrone)

alla ricerca di fossili

Anello di M. Montagnano. Da Castelmorrone m240 a M. Montagnano con la  Croce Giubileo m413 (circa h1) e poi per M. Montagnello (30′); con un ampio giro di circa 2h si ritorna.

Dislivello: 200 metri; Altezza massima: m413; Difficoltà: facile;

Lunghezza: Km7,500; Tempo: 3h30′

         Percorso geologicamente interessante su Calcari ricchi di Rudiste, Requienie e Gasteropodi vari. Scorci panoramici suggestivi: i Monti Tifatini, i Monti Trebulani e la piana del Volturno con le caratteristiche morfostrutture piramidali, come il M. Mesarinolo alto m.245, chiamate Piramidi del Volturno che  hanno dato origine a svariate leggende (rifugio di extraterrestri) e similitudini con le piramidi di Giza.

Secondo un ricercatore a Piana di Monte Verna due rilievi sono simili ai monumenti egizi

         Gennaro Oliviero è un consulente aziendale, esperto di sicurezza nei luoghi di lavoro. «Per questo tengo a sottolineare che il mio studio parte da basi empiriche, da osservazioni attente e tanta curiosità». La tesi di Oliviero è che a pochi chilometri da Napoli ci siano due piramidi nascoste, due monumenti camuffati da collinette al centro della Piana di Monte Verna, nella valle del Volturno. «Mi sono imbattuto in vari articoli in cui si faceva riferimento alla scoperta di alcune presunte piramidi sul territorio italiano. Vi era anche un accenno ad una piramide nei pressi di Sant’Agata dei Goti in provincia di Benevento. Subito mi sono sovvenute alla mente due collinette che si trovano nella Piana di Monte Verna, l’area che da Caserta porta a Caiazzo, le quali risultano essere su un territorio piano e costeggiato dal fiume Volturno e di forma pressoché geometricamente regolare. Interessato alla cosa, ho effettuato alcune ricerche su internet, scoprendo che sono state individuate altre probabili piramidi nella stessa zona comprendente territori sul confine tra le provincie di Caserta e di Benevento. Solo in un blog (http://piramidiinitalia.myblog.it/) si fa riferimento ad una delle collinette della Piana individuata come piramide che, a detta dell’autore, pare sia perfettamente allineata con le piramidi individuate tra casertano e beneventano, le quali risulterebbero in asse con la “Cintura di Orione”, cioè la stessa condizione delle piramidi di Giza». E qui il discorso diventa complesso e le coincidenze iniziano a moltiplicarsi. «Ho iniziato a studiare la morfologia delle due collinette della Piana, producendo una serie di osservazioni che mi hanno fatto dedurre che questi rilievi non possono essere semplici collinette di origine naturale, poiché non presentano, per esempio, le caratteristiche tipiche dell’origine vulcanica o tettonica o di altra natura tipica dei rilievi del territorio italiano. Le osservazioni maggiori sono state quelle di una serie di analogie delle due collinette con le piramidi di Chefren e di Cheope situate nella piana di Giza in Egitto. Con l’aiuto di Google Earth, che ha strumenti di rilievo e misurazione, ho potuto rilevare le dimensioni delle due collinette, correlandole poi con le dimensioni delle note piramidi egiziane rimanendo a dir poco sbalordito. Le correlazioni non sono solamente sulle «misure», che risultano essere proporzionali tra i due siti, ma anche sulla posizione geografica delle due piramidi di Caserta – così le ho definite – e la loro inclinazione rispetto all’asse Nord/Sud, che pone le stesse, se ricostruite nella loro originaria forma, con lati e vertici correlabili con siti noti in cui insistono piramidi più che conosciute o di recente scoperta quali quelle della penisola dello Yucatan (Messico, Maya) e quelle di Sarajevo (Visoko)». Eppoi c’è l’ansa del Volturno che, vista dall’alto, sembra ricalcare con precisione l’ansa del Nilo che passa accanto alle piramidi di Giza;  c’è il fatto che entrambe le colline piramidali di Piana di Monte Verna guardano diritto alla Piana di Giza. Coincidenze? «Sono osservazioni spesso banali che portano ad altre più complesse. Una sfida a capirne di più».

Salvio Sapio