da MONTE NUOVO a LAGO D’AVERNO

Parco Regionale dei Campi Flegrei: Monte Nuovo e Lago d’Averno

30 gennaio 2022

CAMPI FLEGREI: NOTIZIE GEOMORFOLOGICHE

a cura di Giuseppina Moleta

I Campi Flegrei, così denominati fin dal tempo delle colonie greche ( campi ardenti) per l’intensità delle manifestazioni vulcaniche e sismiche, includono una parte continentale, delimitata a E dalla collina di Posillipo, a W da Cuma e Monte di Procida, a N da Quarto e a S dal golfo di Pozzuoli, e una parte insulare con Ischia, Procida e Vivara.

Le prime manifestazioni vulcaniche risalirebbero a circa 50.000 anni fa; 35.000 anni fa si sarebbe verificato l’evento più eclatante: un’eruzione imponente che depositò su tutta la Piana Campana un enorme quantitativo di tufo (ignimbrite) e che provocò, con lo svuotamento del serbatoio magmatico, il collasso dell’apparato vulcanico preesistente, denominato Archiflegreo, con la formazione di una depressione o caldera. Nella caldera, circa 12.000 anni fa, violente eruzioni caratterizzarono la nascita dei vulcani di Capo Miseno, Bacoli, Nisida e Trentaremi, dando origine ai depositi di “tufo giallo stratificato”. Le eruzioni successive, come quella degli Astroni del 1500 a.C., della Solfatara del 110 d.C., del Monte Nuovo nel 1538, nonché i recenti movimenti bradisismici e le attività fumaroliche e idrotermali tuttora esistenti a Baia, Pozzuoli, Agnano e Ischia attestano la presenza nel bacino magmatico di considerevoli quantitativi di magma ancora in via di consolidamento.

                                               MONTE NUOVO

Il Monte Nuovo  si formò tra il 28 settembre e il 6 ottobre 1538. 

Sabato 28, verso mezzogiorno, il mare si ritirò repentinamente di circa 370 m, lasciando sulla riva moltissimi pesci agonizzanti che, dai Puteolani, furono raccolti “a carrettate”; è stato calcolato che questo ritiro corrispose ad un moto bradisismico ascendente di almeno m 7,40.  Successivamente si verificarono forti  boati, terremoti, pioggia di cenere, fango e pietre; i Puteolani fuggirono verso Napoli. A Lucrino l’eruzione cancellò progressivamente il Monticello del Pericolo ed il villaggio di Tripergole postovi sopra, e colmò l’insenatura marina su cui questi si affacciavano; inoltre, distrusse e seppellì la sorgente termale chiamata “Bagno di Cicerone” (ovvero “Bagno del Prato”) ed i resti della villa di Cicerone.      Il giorno 30 il viceré Don Pedro da Toledo venne con tutta la sua corte, molti cavalieri e qualche filosofo ad osservare il fenomeno dalla Chiesa di S. Gennaro alla Solfatara;  nel frattempo da Napoli venne organizzata una processione con il busto contenente la reliquia della testa di San Gennaro. Nel giro di 48 ore si formò un monte  su cui,  quando fumo e ceneri cominciarono a diradarsi, Don Pietro da Toledo “con più persone” ne approfittò per salire sulla sommità e guardare dentro la caldera.  Il quarto giorno si verificò una nuova fase eruttiva, corta ma violentissima, tanto che “pietre grosse” raggiunsero Nisida, spaventando non poco i barcaioli che lì stazionavano.                                    

Il 6 ottobre, ingannati da una fase di apparente tranquillità, numerose persone  scalarono il nuovo cono ma, tra le h15:00 e le h16:00, un’improvvisa e violenta esplosione provocò ben 24 vittime fra gli incauti.                           

Attualmente il Monte Nuovo è un’oasi naturalistica gestita dal WWF. Si presenta ricoperto da una folta vegetazione con  piante tipiche della macchia mediterranea.

                                                                 LAGO D’AVERNO

Il Lago d’Averno, secondo per dimensione, dopo il Fusaro, dei laghi presenti nei Campi Flegrei,  giace all’interno di una cratere vulcanico, formatosi circa 4000 anni fa.

 Il nome Avernus deriva dal greco άορνος (senza uccelli),  assenza  dovuta ai gas esalati dalle acque.   

La mitologia lo riconosce come porta dell’oltretomba, nonché come dimora terrestre di Lucifero. Anche Virgilio, nel VI libro dell’Eneide, colloca vicino a tale lago l’ingresso mistico agli Inferi.

Il lago d’Averno è il porto di Agrippa. Nel 37 a.C. Agrippa, incaricato da Ottaviano  di costruire un porto sicuro per la flotta, mostrò un grande talento di organizzatore e di costruttore, facendo scavare un canale fra il mare e il lago di Lucrino, per formare un porto esterno e un altro canale fra Lucrino e l’Averno per avere un porto interno. Il nuovo complesso portuale venne chiamato Portus Julius in onore di Ottaviano.

Vicino al lago si trovano il Tempio di Apollo, il “passaggio per gli Inferi”e la Grotta di Cocceio, un cunicolo scavato dai Romani per scopi militari per collegare il lago a Cuma.

 Il Tempio di Apollo è il frigidarium di un complesso termale che si estendeva fino alle rive del lago, probabilmente per sfruttarne le acque benefiche. Della struttura, risalente al I sec d.C., con rifacimenti del II sec d.C., non si sa se era adibita a uso pubblico o se facesse parte di una villa. Si tratta di uno dei più grossi complessi termali giunti fino a noi, che sbalordisce per le dimensioni: la sala centrale presenta una cupola, a pianta ottogonale all’esterno e circolare all’interno, alta circa 20m e con un diametro di 38m, solo m5 in meno del Pantheon.

 Il “passaggio per gli Inferi” descritto da Virgilio, quando Enea decide di accedere all’Ade per  incontrare il padre defunto, è una grotta scavata nel tufo, lunga circa 200m, probabilmente creata per collegare il lago al mare, la quale, per la suggestione dell’ambiente e le infiltrazioni d’acqua che creano un fiumiciattolo sotterraneo, veniva associata allo Stige infernale e ai luoghi dell’Acheronte.

Il lago ospita una comunità stanziale di folaghe insieme a svassi maggiori, germani reali e altri anatidi. Nelle acque sono presenti diverse specie di pesci tra cui bavose di acqua dolce, alborelle e specie  alloctone come persici, gambusie ma anche pesci rossi e tartarughe d’acqua dolce domestiche liberate nel lago. Sono presenti anche bisce, rane e gamberetti d’acqua dolce.