L’ittiolo o ictammolo o ammonio solfoittiolato è un catrame minerale ottenuto per distillazione a secco di scisti bituminosi. Il minerale è utilizzato, sotto forma di unguento, per combattere le alterazioni infiammatorie della cute e delle mucose, ascessi, foruncolosi. Nel 1858 il naturalista Oronzo Gabriele Costa, mentre cercava il litantrace, un carbone fossile, scoprì nelle rocce del Monte Pettine e nella valle del Cerasuolo, grandi quantità di fossili di Pesci e di Rettili, risalenti al Triassico. Ma la vera storia delle miniere comincia con gli studi, sulle rocce impregnate di ittiolo, fatti da Maria Bakunin, docente di Chimica presso l’Università di Napoli, che eseguì le prime estrazioni e la preparazione chimica di quella che definì la “pietra nera foriera di fuoco e di energia”. Le miniere iniziarono la produzione nei primi anni del ‘900 e Giffoni Valle Piana divenne un sito di rilevanza nazionale. Per molti anni il lavoro coinvolse tutta la comunità, comprese donne e bambini che frantumavano gli scisti con pali di ferro e piccozze ; il minerale veniva poi trasportato tramite una teleferica o addirittura a mano fino a valle, dove erano situati tutti gli impianti di distillazione, a tutt’oggi intatti. A ridosso della miniera fu eretto uno spaccio e una scuola elementare. Per molti anni la produzione fu molto intensa, per poi arrestarsi completamente, con conseguente chiusura degli impianti, in seguito all’immissione sul mercato del mercurocromo.